Aprire la Partita Iva per Business Online: la procedura completa

Quando e come aprire la Partita Iva per Business online. In questa guida completa ti aiuto a comprendere quando è necessario aprire la partita iva, quali sono i passi da fare per richiederla e quanto costa.

Quando aprire la Partita Iva per Business online? Questa è la richiesta che mi viene posta in tutte le consulenze fiscali che svolgo sul web. La risposta non è sempre scontata, poiché è necessario comprendere il tipo di business da avviare e le modalità di gestione.

In questa guida pratica ti aiuterò a comprendere quali sono gli obblighi fiscali per vendere online, quanto costa aprire una partita iva e come richiederla in agenzia delle entrate.

Inoltre, alla fine di questa guida saprai comprendere la differenza tra Partita Iva per Freelancer e Partita Iva specifica dell’Artigiano e del Commerciante.

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partita iva per e-commerce

Quando occorre aprire la Partita Iva per Business online 

Se non mi conosci, mi chiamo Angela Amato e sono un dottore commercialista e revisore legale, specializzata in business online e fiscalità internazionale. Giornalmente faccio consulenza a tantissimi imprenditori digitali e professionisti del web.

Tra poco vedremo perché è necessario vendere online con partita iva e quali sono i falsi miti da ignorare assolutamente per evitare brutte sorprese da parte del Fisco.

Probabilmente ti è capitato di leggere che se hai un guadagno inferiore a 5.000 euro puoi vendere online senza partita iva. Giusto? Sbagliato!

Questo è un concetto da fissare bene in mente, poiché il famoso tetto dei 5.000 euro di cui tanti parlano è solo un limite di natura previdenziale.

Però è anche vero che la partita iva per business online è obbligatoria solo quando esistono determinate condizioni.

Esistono infatti tre criteri fondamentali da verificare per capire se l’apertura della partita iva è obbligatoria per legge:

  1. Stabile organizzazione
  2. Continuità dell’attività
  3. Professionalità

Ma cosa significano Stabile organizzazione, Continuità dell’attività e Professionalità?

Ti riporto degli esempi pratici di immediata comprensione:

  1. se svolgi una consulenza online in maniera del tutto sporadica e senza una vera e propria organizzazione di strumenti che agevolano lo svolgimenti del tuo lavoro, questa attività potrà essere considerata occasionale;
  2. se offri i tuoi servizi di consulenza tramite un sito internet, utilizzi un ufficio e/o un assistente per la gestione della tua agenda, e svolgi le consulenze con una certa frequenza nel tempo significa che la tua attività di lavoro è continuativa, stabile e organizzata, dunque necessita di partita iva.

Molti mi chiedono se è necessaria la partita iva per il dropshipping o per l’e-commerce. Questi sono modelli di business che per loro natura hanno continuità, stabilità e organizzazione.

In base a queste indicazioni, se hai compreso che la tua attività ha questi parametri, vuol dire che sarà necessario aprire il prima possibile una partita iva.

Nei prossimi paragrafi andremo più in profondità per capire cosa serve e come muoverci.

Gli step necessari per aprire la Partita Iva online 

Hai compreso quando è necessario aprire la partita iva per un business online, ora passiamo alla parte operativa e davanti a te si prospettano due strade: fare tutto da solo oppure rivolgerti ad un Professionista competente in materia.

Io ti inviterei ad optare per la seconda strada e non perché tu debba scegliere me come consulente, al contrario ti invito a scegliere una persona di cui ti fidi e che conosci, purché sia estremamente competente in materie digitali e conosca la fiscalità legata ai business online.

Se invece decidi di intraprendere la prima strada, di seguito ti voglio fornire un quadro generale sulla questione, in modo che tu possa fare una scelta consapevole.

Il numero di partita iva si richiedere compilando un apposito modello di comunicazione iva AA9/12 in Agenzia delle Entrate. La richiesta può essere compilata e spedita online utilizzando il Software di compilazione, inviandola per posta con raccomandata oppure presentandola ad un ufficio del Fisco presente sul territorio.

La richiesta del numero di partita iva è totalmente gratuita.

Specifico che nel modello si dovrà scegliere il codice ateco che rappresenta l’attività economica da svolgere col proprio Business Online, il Regime Fiscale con cui si calcoleranno le imposte da versare nell’anno e il luogo in cui verrà conservata la tua contabilità.

Prima di richiedere il numero iva dovrai capire anche se farai parte della categoria del Freelancer o Lavoratore autonomo oppure se sarai un Imprenditore.

Per tale motivo è necessario richiedere la consulenza di un Dottore Commercialista competente in Business online. Ti spiego meglio nei prossimi paragrafi.

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Come aprire la Partita iva se sei un libero professionista online

Proseguiamo la nostra guida su come aprire la partita iva per business online.

Parto col darti una breve spiegazione della figura del Freelancer in Italia. Il Freelancer o Lavoratore autonomo si contraddistingue dallo svolgimento di un’attività prevalentemente intellettuale, utilizzando le proprie conoscenze ed esperienze di studio. Offre servizi o consulenze ma la sua gestione non assume i tratti distintivi di un’impresa.

Appurata l’esistenza delle tre condizioni spiegate poc’anzi, per cui è necessario avere la partita iva, il Freelancer dovrà richiederla entro 30 giorni dall’inizio della sua attività.

Ecco i passi da seguire:
1. Richiedere il numero di Partita Iva tramite un modello AA9/12 da presentare presso l’Agenzia delle Entrate competente per Provincia;
2. Iscriversi alla Gestione Separata dell’Inps ovvero, se esistente, presso la Cassa Previdenziale del proprio Ordine come accade per i Consulenti del Lavoro o per i Dottori Commercialisti;
3. Aprire una posizione Inail qualora avrai bisogno dell’aiuto di dipendenti.

All’interno del modello AA9/12 il Freelancer dovrà selezionare anche il Regime Fiscale agevolato se è in possesso dei requisiti previsti dalla Legge. Ne parlo in dettaglio in questo articolo.

Come aprire la Partita iva se sei un imprenditore digitale

Cosa significa essere Imprenditore? In questo ambito ci viene in aiuto il nostro codice civile all’art. 2082:

È imprenditore chi esercita professionalmente una attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi”.

L’imprenditore difatti svolge un’attività economica di produzione e scambio di beni o di servizi e, usualmente, garantisce con il suo operato e la sua attività un risultato.

Se il tuo lavoro consiste nell’organizzare la vendita di beni/servizi online (es. vendita di software) tramite un marketplace o sito di proprietà, crei una campagna pubblicitaria per il lancio del prodotto, ricevi il supporto di collaboratori esterni per la redazione di articoli inseriti nel tuo blog, puoi definirti un imprenditore a tutto tondo.

Fondamentale è la scelta della forma sociale con cui vuoi svolgere la tua attività commerciale online di beni o di servizi: ditta individuale, società di capitali (esempio, una Srl), società di persone.

Le soluzioni sono tante. La miglior cosa è scegliere con cura questo delicato aspetto, confrontandoti con il tuo consulente fiscale, ed evitare problemi ancor prima di iniziare.

Molti arrivati a questo punto mi chiedono: serve la partita iva per vendere su Amazon? Assolutamente sì.

L’avvio concreto della tua attività commerciale online avviene con la Comunicazione Unica (o telematica), che ti permette di:

1. ottenere il numero di partita iva;
2. aprire la posizione assicurativa Inps;
3. iscriverti all’Inail (se per te è obbligatorio);
4. registrarti al Registro imprese;
5. comunicare al tuo Comune la S.C.I.A. (segnalazione di inizio attività).

Tali procedure dovranno pervenire agli Enti interessati con un’unica comunicazione telematica, firmata in digitale. Il Registro Imprese mette a disposizione del Cittadino il software ComUnica necessario all’espletamento di tali adempimenti.

aprire la partita iva per business online

Personalmente non consiglio di creare tali comunicazioni in maniera autonoma, poiché l’inesperienza potrebbe portare a degli errori che bloccherebbero l’istruttoria della pratica di registrazione dell’attività.

La scelta del codice Ateco e del Regime fiscale

Con l’apertura della partita iva, il Freelancer o l’Imprenditore potrà scegliere il regime fiscale a cui sottoporsi. Ad oggi ne esistono solo due tipologie, molto differenti tra loro per adempimenti previsti e per imposte da pagare.

Sto parlando del:

  1. regime semplificato;
  2. regime forfettario.

Vediamone le differenze.

Il Regime Semplificato è il classico regime con cui gestire la contabilità e l’imposizione fiscale annuale.
I requisiti e gli obblighi del regime semplificato sono i seguenti:

  • compensi o valore dei beni strumentali o spese per dipendenti senza alcun limite di ammontare;
  • assoggettamento iva (quindi liquidazione trimestrale o mensile)
  • comunicazione delle fatture di acquisto e vendita
  • pagamento acconto iva entro fine anno
  • emissione delle fatture con il calcolo della ritenuta di acconto (se freelancer)
  • tenuta della contabilità semplificata (oppure in opzione si può scegliere la contabilità ordinaria)
  • invio Telematico Dichiarazione dei Redditi, Iva e Irap (Unico)
  • assoggettamento agli ISA (come gli Studi di settore)
  • Imposizione fiscale per scaglioni di reddito

Il Regime Forfettario è il sostituto dei precedenti regimi agevolati per soggetti di minori dimensioni.
I nuovi Freelance o Imprenditori che scelgono di aprire la partita iva in regime Forfettario, potranno usufruire dell’unico regime agevolato rimasto in vigore dal 2016.

Le agevolazioni fiscali e previdenziali che ti spettano in caso di opzione per il regime forfettario, sono le seguenti:

  • tassazione agevolata con un’imposta del 5% per i primi 5 anni (start-up) sul reddito calcolato forfettariamente
  • dal sesto anno in poi la tassazione sarà del 15%
  • riduzione del 35% dei contributi previdenziali ma solo per gli artigiani ed i commercianti;
  • non soggezione agli Studi di Settore
  • i registri Iva non sono obbligatori, si devono solo numerare progressivamente le fatture, certificare i corrispettivi e conservarli
  • sulle fatture non andrà addebitata l’Iva e/o la ritenuta d’acconto
  • possibilità di accesso al regime forfettario ai lavoratori dipendenti a condizione che il loro reddito da lavoro dipendente o da pensione non superi i 30.000 euro
  • non è riconosciuta la deduzione analitica di costi/spese
  • alle agevolazioni che ti ho elencato, si aggiunge l’esistenza di uno “sconto contributivo” a fronte di chi voglia fare il freelance e dovrà iscriversi alla Gestione separata inps. E’ stata ridotta la percentuale dei contributi che verserai in base al fatturato prodotto, percentuale che ad oggi è del 25%.

Il regime forfettario può essere utilizzato da coloro che vogliano avviare ex novo un’attività autonoma ma può essere adottato anche da chi già svolge attività di impresa, arte o professione rispettando determinate condizioni.

Quando aprirai la Partita Iva per il tuo Business OnLine dovrai indicare anche un codice, l’ATECO.

Questo numero indicherà l’attività economica che svolgerai con la tua partita iva. Individuare correttamente quale codice fa al caso tuo non è un’operazione immediata.

Ne esistono più di 1.400 e possono raggrupparsi in base alla categoria di attività da esercitare (Industria, Produzione, Commercio, Servizi ecc). Sceglierlo correttamente ti eviterà numerose problematiche e sanzioni con l’Agenzia delle Entrate e con l’Inps.

Alla luce di tutto questo, contro quello che dicono tanti, stai capendo che aprire partita iva per business online è un’operazione delicata e complessa che va fatta con molta attenzione.

La Partita Iva Comunitaria: di cosa si tratta e quando è necessario averla

La tua partita iva per il Business Online potrebbe anche richiedere l’obbligo di iscrizione nella banca dati VIES (Vat Information Exchange System) e l’applicazione dell’Iva in Reverse Charge sulle fattura di acquisto e vendita.

Questa iscrizione obbligatoria è determinata dalla Normativa Iva Comunitaria ma viene definita anche dal Regime Fiscale che dovrai utilizzare per il tuo Business online.

Se sei un Freelancer o Imprenditore e rivolgi le tue vendite all’Estero in UE, dovrai verificare se dovrai iscriverti al VIES e gestire la tua fatturazione con i requisiti iva imposti dalla legge.

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I costi di gestione della Partita Iva per Business online: dalla fase di start up al mantenimento annuale.

La richiesta del numero della partita iva per svolgere il tuo Business online è totalmente gratuita. Puoi farlo in autonomia utilizzando i software messi a disposizione dell’Agenzia delle Entrate, se farai il freelancer, oppure con ComUnica, se dovrai registrarti come Artigiano o Commerciante. In questo ultimo caso bisognerà versare i diritti e bolli della Camera di Commercio.

Ad onor del vero, questo iter è gratuito, ma anche molto insidioso.

Ti elenco le scelte che dovrai fare una volta deciso di avviare la tua attività con partita iva: scegliere il regime fiscale; scegliere uno o più ateco che classificano l’attività economica che svolgerai; comprendere se la normativa fiscale e previdenziale definisce la stessa come professionale oppure commerciale; gestire l’iscrizione della posizione fiscale in Comune e Registro delle Imprese; fare richiesta di posizione INPS e INAIL, se necessaria.

Reputo più opportuno farsi assistere da un Professionista iscritto all’Albo dei Dottori Commercialisti al fine di evitare blocchi alla pratica di avvio di attività oltre che onerose sanzioni in caso di errori nell’istruttoria.

Un investimento iniziale nella richiesta di una prima consulenza fiscale potrà chiarirti numerosi dubbi che normalmente si hanno in tema di imposte e previdenza, comprenderai quanto verserai all’Erario e all’Inps in anno e di conseguenza saprai se il tuo Business online sarà economico, cioè profittevole.

Ad ogni caso, vorrei darti delle cifre di spesa così puoi renderti conto di quali sia l’investimento di cui dovrai farti carico per l’avvio di un’attività online con una Ditta individuale:

  1. € 150,00 Consulenza fiscale;
  2. € 88,50 Oneri CCIAA
  3. € 20 – € 100 Diritti Segreteria Ufficio Suap del Comune
  4. Assistenza del Professionista per Avvio attività da preventivare;
  5. € 600- € 1.500 Gestione fiscale e previdenziale annuale Commercialista
  6. Costi di gestione specifici del Business OnLine (es. software, consulenza marketing, pubblicità, pc, …)

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Siamo giunti alla fine di questa lunga guida gratuita nella quale abbiamo visto tutto quello che ti serve sapere per aprire partita iva per l’e-commerce. Se l’articolo ti è stato utile, condividilo con i tuoi colleghi. Mi aiuterai a diffondere una corretta informazione fiscale.

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